16 Agosto 1986

La carriera

Il Cavallo

Fenosu

Allenato per la piazza da quello che poi diventerà Trecciolino, era un cavallo che del cavallo non aveva niente: era senza criniera, senza coda ed era parBcolarmente piccolo. La sera della prima prova, Mario Cottone scelto come fantino cadde rovinosamente in terra. Probabilmente se non ci fosse stata una colluttazione con il bruco nel dopo prova davanti all’entrone, forse Truciolo sarebbe stato sceso dalla dirigenza. Ma l’attenzione fu da subito spostata sull’avversaria, così che il fantino insieme alla stalla/veterinario, poterono tranquillamente lavorare nei 4 giorni.

Il Fantino

Mario Cottone detto Truciolo

Preso dalla dirigenza giraffa all’indomani del divorzio col fantino Moretto
(1985) perché nettamente fuori da tutti i giochi e da tutti gli schemi. Nonostante si pensi il contrario, Truciolo a cavallo ci sapeva stare e anche molto bene; insomma, si vedeva che era uno del mestiere. Inconfondibile la sua chioma bionda che ricordava un famoso cantante dell’epoca, tale Enzo Avallone detto appunto Truciolo. Nonostante l’accento astigiano, Truciolo era però nato a Bronte, in Sicilia, ridente paese celebre per i pistacchi.

La Dirigenza

Romano Rossi bissa il successo ottenuto con un altro fantino di contrada (Moretto) credendo nel fantino fuori da tutti gli schemi. Il cavallo era considerato, visto il fisico, una vera brenna, ma a detta di molti aveva molto da offrire e il grande lavoro della stalla, con Francesco Fusi e Marco Niccolucci, e del veterinario Marco Roghi, resero Fenosu imprendibile.

Nel 1986 in Marzo viene a mancare il priore Mario Tanganelli, così ai vertici della contrada presero le redini Franco Fontani Vicario e Andrea Corsini pro-vicario. Non sarebbe stata cosa facile sopperire a questa grande mancanza, ma la contrada compatta e unita verso un unico obiettivo rese possibile un’incredibile vittoria.

La Comparsa

Composizione figuranti

  • Tamburino – Simone Cantelli
  • Alfieri – Riccardo Rossi e Massimiliano Senesi
  • Duce – Franco Francioni
  • Uomini d’arme – Andrea Stefani e Fabio Corsini
  • Paggio Maggiore – Francesco Franchi
  • Paggi porta insegne – Giuseppe Pieroni e Stefano Trapani
  • Palafreniere – Antonio Vigni
  • Barbaresco – Francesco Fusi
  • Capo popolo – Giuseppe Baldesi
  • Popolo – Fabio Giani, Roberto Grassi, Gianni Di Clemente, Roberto Tessicini, Fabio Fanetti, David Lucchesi

Il racconto

Mao

La messa del grande Adonai fu senza dubbio una delle curiosità di questo Palio che rimane nella storia e diventò, con il tempo, una sorta di tradizione poiché riproposta in diverse occasioni. Un gruppo di “sacerdoti” improvvisati si riversarono nella stalla dove, con grande fiammate di fuochi alcolici, invocavano spiriti e presenze per proteggere il Bingo che sarebbe andato a prendere il cavallo il giorno dopo. Dopo di ciò nella Giraffa si cantava “Ci s’è mandato il Bingo, nessuno gli credeva, portava chi vinceva”, come nella migliore unione tra sacro e profano.

Il Drappellone

Dopo questo Palio l’opinione pubblica ormai non ha più dubbi: i drappelloni più belli li vince tutti la Giraffa. Dopo quello del ’71 e quello dell’83, anche il Palio di Tommasi Ferroni arriva in Provenzano. La particolarità del cencio è che di turri gli angeli presenti sul drappellone, solo quello della Giraffa rivolge il suo sguardo verso l’osservatore.

Il Numero Unico

Liberamente nel campo di Siena propone numerose foto di curiosità e dietro le quinte. La Giraffa riesce a rinnovarsi anche questa volta con un numero unico che non risparmia le solite vignette per la rivale di allora.

Il Giubilo