
Il Cavallo
Fedora Saura
Il giorno dell’assegnazione Niccolò Bindi porta in Provenzano Fedora Saura. Figlia di Vidoc III e Alyssa nasce nel 2001. La grigia di Augusto Posta debutta nel 2006 nella Selva, nel 2007 la prima vittoria nell’Oca, con noi l’ultima della sua carriera dopo la quale come una vera star si ritira dalle scene.La curiosità è che nel Palio realizzato da Carone fu inserito proprio un crine di Fedora. Diciamo così che Fedora il palio se l’è fatto è se lo è vinto…
Il Fantino
Andrea Mari detto Brio
Andrea Mari nato a Rosia il 13 ottobre 1977 in arte Brio. Mai più soprannome fu più azzeccato, esuberante, istrionico, argento vivo negli occhi. Tecnicamente capace di entrare in sintonia con Fedora Saura in maniera impeccabile, legge la mossa con esperienza da veterano riuscendo a girare tra le punte al primo San Martino e girato il primo Casato sprigionare tutta la forza dell’accoppiata per prendere la testa e portarci alla Vittoria.

La Dirigenza
Capitan Maurizio Vanni è un uomo di grande generosità, serietà nonché un medico stimato e rispettato. Cresciuto in Piazzetta nella sua Giraffa alla quale ha sempre dato tutto sé stesso e che, dopo qualche anno sfortunato, ha saputo ripagare la sua caparbietà. Lo staff si completa con tre mangini di grande spessore come Paolo Bazzani, Simone Cantelli e Carlo Manganelli.
Priore Laura Dinelli. Vicari: Paolo Bindi, Giovanni Giuliani e Bernardo Lombardini.
Laura, giraffina nata in Via delle Vergini, donna forte e determinata, maestra di eleganza che sa anche regalare dolcezza. La vittoria di questo palio arriva anche grazie alla tenacia e alle tante energie che Laura e i suoi vicari hanno saputo dedicare alla Giraffa.

Laura Dinelli

Maurizio Vanni

Carlo Manganelli

Simone Cantelli

Paolo Bazzani

La Comparsa
Composizione figuranti
- Tamburino: Marco Corsini
- Alfieri: Matteo Giuliani e Alberto Mucci
- Duce: Giovanni Lombardini
- Uomini d’Arme: Bernardo Pallassini e Simone Sforza
- Paggio Maggiore: Nils Natoli
- Paggi al Paggio: Tiziano Tanganelli e Giulio Aucone
- Capo Popolo: Edoardo Giomi
- Popolo: Eugenio Dinelli, Giovanni Pallassini, Niccolò Pulcinelli, Lapo Ramerini, Stefano Noli e Matteo Tessicini.
- Palafreniere: Tommaso Vanni
- Barbaresco: Andrea Coccia
Il racconto
Maurizio Vanni
Prima che i fantini montino in sella, rimane sempre un tenente del capitano nell’entrone a dare le ultime indicazioni e a motivare l’accoppiata. Questa volta no, decisi di rimanere io per spronare Andrea a dare il massimo e caricarlo a dovere; avevamo costruito il Palio nei minimi dettagli ed era giusto che fossi io a montarlo in sella. L’emozione, tuttavia, mi giocò un brutto scherzo e, nel tentativo di mostrarmi duro e impassibile, nemmeno riuscii a completare le poche frasi che avevo in testa e scoppiai in un pianto liberatorio. Fu Andrea a motivarmi e tranquillizzarmi anziché il contrario: “stai tranquillo Maurizio, stasera ci penso io”, mi disse mentre ci abbracciavamo.
Il Drappellone

Un Palio non dipinto, dove domina, incontrastato, il colore naturale della seta. Un bianco avorio che ben si adatta a molteplici interpretazioni. Fede, purezza, sacralità. Sul drappo, l’artista Francesco Carone ha riproposto, attraverso l’abile ricamo di Letizia Frosini, la Madonna di Duccio. L’aureola è stata appositamente tessuta con ordito di seta e trama in crine di cavallo, dalla Fondazione Lisio per l’Arte della Seta di Firenze e, successivamente, impreziosita con perle.
Sul collo della Vergine una collana di barberi, dipinti, ciascuno, da alcuni contradaioli scelti dai Priori delle 17 Consorelle; al dito della mano un anello in argento, con incastonata una balzana – il simbolo della città di Siena – realizzata in ebano e osso.
Il drappellone, impreziosito da cristalli di Swarovski, non solo riporta la stessa scritta della pala di Duccio, ma anche la frase, e questa volta in braille e con una vezzosa aggiunta, Madre Santa di Dio sii pace per Siena, sii per Duccio e Francesco la vita, che ti hanno fatta così.

Il Numero Unico
“Brivido Bianco Rosso” è una splendida raccolta di emozioni, che ripercorrono gli attimi della gioia assoluta del popolo giraffino. L’idea originale è di Alessandro Lorenzini, che ha guidato la struttura e coordinato tutti i testi. A lui va assegnato il merito del successo del volume, grazie anche al supporto di Lisa Cresti per il coordinamento e la supervisione grafica. Responsabile era Raffaello Ginanneschi. Il volume è diviso in tre parti: il Brivido a simboleggiare le emozioni della gente di Provenzano, il Bianco che ricorda il colore del Drappellone e il Rosso, cioè l’amore e la passione del popolo della Giraffa.