2 Luglio 1970

La carriera

Il Cavallo

Topolone

Il ritorno di Topolone fu accolto con indicibile entusiasmo ma occorreva trovare una monta. La scelta cadde sul Bazza che destava qualche perplessità in quanto non era in perfetta forma fisica a causa di un recente infortunio, ma i fatti dimostrarono che fu vincente.

Il Fantino

Eletto Alessandri detto Bazza

Nonostante avesse una caviglia ingessata condusse il grande Topolone ad una vittoria quasi scontata per l’indiscussa superiorità nei confronti degli altri cavalli. Dopo una partenza non brillante eseguì una sicura rimonta e il solo Ercole, nella Selva con Ciancone senza nerbo, lo impegnò fino al secondo casato quando rifiutò la curva.

La Dirigenza

La sorte ci fu ancora propizia con l’assegnazione del cavallo più forte del momento e la solita squadra non se la fece scappare. A distanza di soli tre anni conquista un’altra vittoria scegliendo la monta adeguata fra i fantini disponibili, quasi tutti vecchie glorie e difficilmente accessibili: Ciancone, Canapino, Tristezza, Canapetta e il non ancora affermato Aceto.

Il racconto

Franco Semboloni e Nicola

Di questa vittoria ho un ricordo particolare: dopo aver gioito nell’accompagnare il palio alla Madonna di Provenzano, era dal 1936 che ciò non avveniva, e cantato il “Maria mater Gratia” nella nostra chiesa, mi ritrovai in società assediata da una moltitudine di gente che chiedeva da bere e nessuno era dietro al banco. In qualità di vice presidente della società sentii il dovere di intervenire, anche se avrei preferito andare a gioire dietro al palio per le vie della città, prevalse il senso del dovere e rimasi dietro al bancone a servire bibite insieme ad altri volenterosi fino alla fine delle scorte, che avvenne dopo le due di notte. Ero stremato ma soddisfatto e nonostante la stanchezza scortai il palio nelle ultime sortite per la città insieme a pochi altri nottambuli fino alle prime luci dell’alba. L’età me lo poteva ancora permettere, ero poco più che trentenne.

Il Drappellone

Sul drappellone di Carlo Semplici dedicato al cinquantenario della morte dello scrittore senese Federico Tozzi, nel centro campeggia il suo ritratto sullo sfondo della campagna senese che ha magistralmente descritto nelle sue opere, mentre seduto scrive su un foglio appoggiato sulle ginocchia.

Il Numero Unico

NOI LA GIRAFFA
La sua realizzazione fu molto sofferta: il primo settembre la commissione non aveva ancora un progetto non essendosi mai riunita. In tutta fretta fu messa in moto e sotto la guida di Roberto Franchi il tempo perso fu recuperato velocemente. Presenta in parte uno stile grafico più moderno con la copertina di Marco Tanganelli e concede maggior spazio alle foto della corsa e del giubilo. Conserva le solite vignette e caricature. I testi seguono il filo conduttore del popolo della Giraffa del passato fino a quest’ultima vittoria.

Il Giubilo